Savona, Teatro dell’Opera Giocosa, Stagione Lirica 2011
“IL CAPPELLO DI PAGLIA DI FIRENZE”
 Farsa musicale in quattro atti, libretto di Nino Rota e Ernesta Rinaldi, dalla commedia “Le Châpeau de paille d’Italie”
 di Eugène Labiche e Marc Michel
 Musica di Nino Rota
Fadinard LEONARDO CORTELLAZZI
 Nonancourt DOMENICO COLAIANNI
 La baronessa di Champigny MARIANNA VINCI
 Elena ANNAMARIA SARRA
Anaide MANUELA CUCUCCIO
 Beaupertuis FILIPPO FONTANA
 Emilio SIMONE ALBERTI
 Lo zio Vezinet/Visconte Achille STEFANO CONSOLINI
 La modista SILVIA GIANNETTI
 Felice ROBERTO COVATTA
 Coro A.S.L.I.C.O. del Circuito Lirico Lombardo
 Orchestra Sinfonica di Sanremo
 Direttore Giovanni Di Stefano
 M° del Coro Antonio Greco
Regia Elena Barbalich
 Scene e Costumi Tommaso Lagattolla
 Luci Michele Vittoriano
 Coproduzione Teatri del Circuito Lirico Lombardo, Teatro dell’Opera Giocosa di Savona,
  Teatro Sociale di Rovigo.
  Nuovo allestimento Fondazione Lirico Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari
 Savona, 11 novembre 2011
 Davvero un bello spettacolo , questo allestimento de “ Il cappello di paglia di Firenze ”  di  Nino Rota. Composta  nell’anno tra il 1944 e 1945 ,  è andata in scena per la prima volta al Teatro Massimo di Palermo nel 1955. L’azione comica si svolge in un giorno solo, quello delle nozze tra Elena e Ferdinand . Tutto ha inizio quando il cappello di paglia di una signora sposata, a spasso con il suo amante, viene inavvertitamente mangiato da un cavallo. Da questo pasto un po’ anomalo (il cappello era un dono del gelosissimo marito della signora), prende il via la vivace  farsa musicale ricca di equivoci, malintesi e continui colpi di scena. Rota, noto al pubblico per le famosissime musiche dei film di Federico Fellini e altri celebri registi, ha saputo creare un piccolo capolavoro, con una musica comunicativa e diretta, richiamando Mozart e Rossini, e anche lo Schicchi di Puccini. La regista, Elena Barbalich , riesce a non tradire lo spirito di questa composizione in cui tutto e’ assurdo eccetto lo spettacolo, in senso letterale. Avvalendosi delle scene  di Tommaso Lagattola, la regista ha creato un’atmosfera volutamente surreale, sottolineando  l’aspetto ludico e corale  dai ritmi vorticosi. Le scene di Lagattola sono ispirate al Neoclassicismo teatrale francese del primo ‘900. L’Orchestra ben diretta da Giovanni Di Stefano, ben esalta la varietà della partitura e tesse con coerenza la trama della composizione.
 Il cast vocale era  composto per lo più  da giovani cantanti usciti dal concorso A.S.L.I.C.O., valorizzando le voci ma anche le capacità interpretative che la vivace regia ha saputo mettere in  luce.  Sopra tutti svetta il Fadinard del tenore Leonardo Cortellazzi, dalla voce leggera, duttile, dall’intonazione sicura. L’attore poi è  pienamente calato nel ruolo. Prova positiva per  Manuela Cucuccio (Anaide), mentre Annamia Sarra, si disimpegna  con estrema duttilita’ a dominare la tessitura acuta del ruolo di Elena.
Domenico Colaianni (unico interprete non ASLICO), lo strabordante Nonancourt, simpatico ed istrionico attore e cantante qui abbigliato come una sorta di Charlot. Simone Alberti nel ruolo di Emilio è parso eccessivamente stentoreo e con problemi di emissione vocale con ricadute non sempre positive sul timbro. Marianna Vinci  è stata una convincente  Baronessa Champigny. Infine il bravo baritono Filippo Fontana ne esce a testa alta dal ruolo del marito tradito Beaupertuis grazie a un bellissimo timbro e buona duttilità di emissione. Gradevoli i cammei di Silvia Giannetti (la modista) e di Roberto Covatta (Felice). Corretti gli altri interpreti. Ottima prova per il Coro, in particolare la sezione femminile che interpretavano le “sartine” nell’atto primo.
Foto di Luigi Cerati
Savona:”Il cappello di paglia di Firenze”